Ricordando Cesare Pavese
"Si faccia una vita interiore di affetti, di studio, d'interessi umani che non siano soltanto di «arrivare», ma di «essere» - e vedrà che la vita avrà un significato. È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante. Quando manca questo senso – prigione, malattia, abitudine, stupidità, – si vorrebbe morire [...]La solitudine che Lei sente, si cura in un solo modo, andando verso la gente e «donando» invece di «ricevere». Si tratta di un problema morale prima che sociale e deve imparare a lavorare, a esistere, non solo per sé ma anche per qualche altro, per gli altri. Fin che uno dice «sono solo», sono «estraneo e sconosciuto», «sento il gelo», starà sempre peggio. È solo chi vuole esserlo, se ne ricordi bene. Per vivere una vita piena e ricca bisogna andare verso gli altri. E questo è tutto."
Cesare Pavese
(Lettera a Fernanda Pivano, 30 Maggio 1943)
Foto: Cesare Pavese (pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=3919723)