Alda Merini di solito scrive poesie: finora ha fatto ricorso al linguaggio in prosa come strumento per raccontare i fatti drammatici della sua vita, come l'esperienza del dolore e del manicomio. Oggi si accosta a un nuovo genere: il noir.
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E racconta un'appassionante vicenda che ruota attorno a un macabro delitto nelle nebbie dimenticate dei Navigli, che scorrono come sangue segreto in una Milano ancora da scoprire. Dolori quotidiani, normali soprusi, violenze ordinarie. Tutto ha inizio con il ritrovamento di una tibia in giardino. Un "osso integerrimo di un uomo integerrimo". Ma chi lo è davvero? Attraverso epifanie, disvelamenti, apparizioni, Alda Merini offre una lunga riflessione sul Male, quasi un trattato filosofico, ma di una filosofia pratica e vera, quasi incisa sulla pelle.