Quando uscì, nel 1946, questa prima raccolta di racconti brevi di Pavese non incontrò la fortuna del pubblico: di Pavese allora si ricordava soprattutto Paesi tuoi, e questo libro pieno di incanti sommessi, questa prosa così attenta, potevano sembrare in contrasto con l'immagine che il lettore si era fatta di lui.
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Eppure ad ogni rilettura Feria d'agosto assume il valore di un libro chiave: non solo perché è come un inventario dei suoi temi, non solo perché molti dei capitoli e delle prose del libro sono, insieme, creazioni e teorizzazioni della sua poetica, ma perché racconti come La giacchetta di cuoio, Il mare, La città, Le case sono da annoverarsi tra le prove più significative e complete della narrativa di Pavese.Per il "risvolto" della prima edizione di Feria d'agosto, Pavese aveva scritto: "Non sempre si scrivono romanzi. Si può costruire una realtà accostando e disponendo sforzi e scoperte che ci piacquero ognuno per sé, eppure siccome tendevano a liberare da una stessa ossessione, fanno avventura e risposta. Qui, come in tutte le avventure, si è trattato di fondere insieme due campi d'esperienza. E la risposta potrebbe essere questa: solamente l'uomo fatto sa essere ragazzo".