Pubblicato nel 1966 è considerato una delle maggiori imprese narrative di Sciascia, racconta la storia di un farmacista che «viveva tranquillo, non aveva mai avuto questioni, non faceva politica», e un giorno riceve una lettera anonima che lo minaccia di morte.
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Da questo punto in avanti tutta la realtà comincia a traballare, e il sospetto, l'insinuazione e il sangue dominano le realtà del paese nell'entroterra siciliano.