Cosa si prova a scoprire di essere stati adottati e di avere due famiglie, una adottiva e una biologica? Ci si sente sfocati, divisi e in balia della vita.
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Si sa, le storie di adozione non sono semplici, né per i genitori adottivi né per i bambini: se però tanto si è scritto sui primi, poco si parla dei piccoli protagonisti, della loro prima nascita, della seconda attraverso il percorso di adozione e, infine, della terza, ovvero il momento in cui realizzano che una famiglia si basa sull’amore indipendentemente dai legami di sangue. “Ti stavo aspettando” così è un inno all’adozione, in cui l’autrice racconta, attraverso le illustrazioni, la sua esperienza con l’obiettivo di fornire un punto di vista specifico: quello della persona adottata.