A Hope non succede mai niente, Trinity ne è convinta. Quella cittadina, spersa nei campi dell'Arkansas, è perfetta per chi vuole un'esistenza semplice, monotona e pacifica, che scorre identica a se stessa tra distese di granturco, feste di paese e trebbiatrici. Lì si conoscono tutti, e tutti conoscono lei, la figlia dello sceriffo McKenzie.
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La trattano bene, addirittura con riguardo, ma lei ne ha abbastanza della provincia americana e delle sue giornate sempre uguali. Non intende invecchiare dov'è cresciuta; non si accontenta del destino che attende tante delle sue coetanee, felici di sposare il loro primo ragazzo e adeguarsi a ritmi immutati da generazioni. Per fortuna, è l'ultima estate che passerà lì: settembre è ormai alle porte, sta per iniziare l'ultimo anno di superiori. Poi si trasferirà, andrà all'università e potrà finalmente inseguire il suo sogno, diventare una giornalista. Si lascerà alle spalle quel posto in cui si crepa di noia. Questo, almeno, è il suo programma. Finché a Hope la morte non arriva davvero, e nel più orrendo dei modi. Grace Mitchel - la sua amica del cuore, l'unica che la capisca - è sparita. Di lì a poco, il cadavere della splendida ragazza viene ritrovato nel bosco: qualcuno l'ha uccisa e le ha amputato le affusolate mani da pianista. A quell'inquietante delitto ne seguono altri, che sconvolgono l'esistenza della cittadina. Le indagini della polizia sembrano non portare a nulla, ma Trinity non può arrendersi: vuole scoprire chi ha ammazzato Grace. Assieme all'affascinante e misterioso Julian - giovane membro di una famiglia dal passato oscuro, appena tornato in città - si mette a cercare il colpevole, sforzandosi di collegare fatti, persone e luoghi per trovare un senso a quegli omicidi. Eppure qualcosa continua a non quadrare...