«Artista bolognese virtuoso e intellettuale in contatto con ambienti sofisticati su scala europea, Pietro Giacomo Palmieri (Bologna 1737-Torino 1804) fu tra i primi a realizzare disegni finiti, indipendenti, non destinati alla riproduzione incisa né funzionali alla preparazione di opere di altro genere.
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Raggiunse una raffinata sintesi tra imitatio e inventio che, intrecciando suggestioni e modelli iconografici desunti da epoche e scuole differenti, ammiccava ai gusti dei collezionisti, creando tuttavia un’opera originale, dallo stile riconoscibile e di sapore internazionale, il cui appeal fu tanto più avvertito dai contemporanei grazie a un modo di condurre la penna, che pare volto, anche attraverso il gioco straniante di scambio tra le tecniche, ad affermare il ruolo del disegno quale genere artistico autonomo» (dalla Premessa di Chiara Travisonni). «La monografia di Chiara Travisonni, oltre essere un contributo critico dedicato a un artista poco noto al grande pubblico (sebbene assai conosciuto tra gli specialisti), rappresenta bensì un vero e proprio risarcimento nei confronti di Pietro Giacomo Palmieri: essa è infatti la prima monografia critica e al tempo stesso catalogo completo di tutta la sua produzione fino a oggi conosciuta (disegni, stampe e dipinti) mediante l’ausilio e lo studio dei documenti, delle fonti, dell’analisi della critica moderna e delle aste antiche e moderne (per scelta menzionate sino al 1990 circa poiché successivamente i motori di ricerca online coprono piuttosto bene i record)» (dalla Prefazione di Luca Fiorentino)