La comunicazione d’impresa nasce all’inizio del secolo scorso. È stata spazio d’incontro di visionari, creativi, manager coraggiosi, anime sensibili, poeti che sognavano di risanare la frattura fra la cultura umanista e quella scientifica.
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Così, il raffinato illustratore Plinio Codognato disegna le riviste Fiat nei primi del Novecento; il grande artista Eugenio Carmi si prende cura delle riviste dell’Italsider; il poeta Leonardo Sinisgalli anima la più importante rivista di ricerca culturale e scientifica del Novecento europeo, Civiltà delle Macchine; il regista e scrittore Attilio Bertolucci, con il suo Gatto Selvatico, narra i paesaggi dell’infrastruttura petrolifera dell’ENI di Enrico Mattei; Adriano Olivetti con una rete di filosofi, architetti, poeti e letterati costruisce una Comunità di pensiero e di cultura per un’utopia riformista. I linguaggi multimediali, anzi intermediali, delle avanguardie artistiche del secondo Novecento creano forme radicali di comunicazione e l’impresa non sta a guardare. Le tecnologie irrompono nei sistemi di comunicazione aziendale, creando scompiglio, entusiasmo, nuove competenze. Mentre l’arte esce dai luoghi istituzionali e va nelle piazze e nelle strade, le imprese la finanziano, la sponsorizzano e acquistano collezioni. Nascono le Fondazioni d’arte che qualificano l’offerta culturale in Italia; molte imprese decidono di fare dei “musei aziendali” utilizzando macchine, utensili e documentazioni della propria storia. Il volume, un racconto leggero e ricco di dati, si snoda tra comunicazione d’impresa e arte, due ambiti che, da oltre un secolo, interagiscono proficuamente. Volume polisensoriale. In copertina opera di Eugenio Carmi del 1977 Il lavoro di animazione della copertina è stato realizzato dall’artista intermediale Lino Strangis Postfazioni di Alberto Fiz e Gaetano Adolfo Maria di Tondo.
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