Finanziata dal ricco mercante milanese (poi nobilitato) Costanzo Besozzi che sceglierà di farsi frate nel convento di Orta, la cappella dell'Umiltà di San Francesco è uno fra i complessi più spettacolari di questo Sacro Monte e, nello stesso momento, un felice episodio di 'unità delle arti' nel Barocco lombardo.
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Alla fastosa decorazione del sacello, conclusa nel 1692, concorrono così Federico Bianchi, Giovanni Battista e Girolamo Grandi, Bernardo Falcone e Giuseppe Rusnati che si rivelano in grado di rinnovare la grande tradizione dei Sacri Monti con il linguaggio ricco di suggestioni e di emozioni dell'ultimo Seicento. È un gioco vertiginoso fra pittura ad affresco, scultura in terracotta ed architettura pensato per far vivere all'osservatore un'esperienza immersiva di 'arte totale'. I restauri eseguiti con i fondi del Ministero della Cultura che si sono intrecciati con gli studi e le ricerche di un gruppo di lavoro attento a indagare ogni aspetto della cappella hanno riconsegnato un complesso di estremo interesse, anche dal punto di vista della realizzazione tecnica e delle strategie operative messe in campo per garantirne la salvaguardia.