Questo è un libro che parte da molto lontano. Una prima versione della storia illustrata del brigante Gnicche uscì nel 1980 (Vita e morte del brigante Bobini detto "Gnicche"), che fu ripresa nel 2016 da "Linus" per un'edizione limitata in occasione del Festival di Lucca.
[...]
Ma lungo l'arco degli anni l'attenzione e l'amore di Guccini per i briganti dell'Appennino tosco-emiliano non è mai venuta meno ed è passata dentro le pagine dei romanzi scritti con Loriano Macchiavelli ("Lo spirito e altri briganti" e "Appennino di sangue") e più in generale nella tonalità leggendaria che informa di sé i suoi personaggi ribelli. In questo libro torna Gnicche, e con lui altre figure mitiche come Stefano Pelloni detto il Passatore, Domenico Tiburzi detto Domenichino, Pietro Giuliani detto Buèro, Giovanni Nardi detto l'Abataccio, Righetto Stoppa di Talamone. Ogni brigante ha avuto la sua storia, la sua leggenda, la sua canzone. Non c'è "malfattore" (con questo appellativo venivano segnalati i briganti) che non abbia lavorato nella immaginazione popolare destando desideri di rivolta e di lotta per la libertà.