7 giugno 1954. Andrea Pedemonte, cravatta nera e valigia in mano, si lascia alle spalle il Convitto Calasanzio diretto verso le vacanze estive e la sua famiglia… o meglio, quello che ne è rimasto, della sua famiglia.
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Già, perché un terribile incidente lo ha lasciato orfano, unico erede di un considerevole patrimonio e, in quanto minorenne, affidato a un'anziana parente: la lalla Cumba , come la chiamava suo padre lasciandosi andare a un sorrisetto tra il divertito e il malizioso. Una zia che Andrea – chissà perché – non ha mai tanto frequentato: Colomba Romairone, vedova Sommariva e vedova Bignone, anni settantatré, residente a Genova Borzoli, professione benestante, dedita al divertimento, al gin, al poker… Iniziano così giornate in cui per Andrea è tutto nuovo: la casa, le abitudini, le persone e, anche, piccoli dubbi sulle reali capacità della zia di far da tutrice, sembrando piuttosto lei quella bisognosa di un adulto responsabile a guidarla, e a contenere le sue spese e la sua indole festaiola. Non c'è il tempo di capire come sia meglio muoversi, che un altro viaggio sta per iniziare: Colomba ha organizzato una vacanza in Costa Azzurra. Per loro due, soli. Una delle tante innocenti stravaganze della zia o la sua eredità così appetibile c'entra qualcosa?