A dieci anni, John Franklin (1786-1847), colui che sarà destinato a diventare uno dei più grandi esploratori artici inglesi, non riesce ancora ad afferrare la palla che gli lanciano i compagni. Capisce, non capisce. Rimugina parole. Stenta ad esprimersi. Un disadattato, si direbbe. Eppure John riflette, accumula nella memoria, costruisce dentro di sé, lentissimamente, una sicurezza incrollabile.
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A quattordici anni John è pronto per iniziare l'inarrestabile ascesa che lo vedrà ufficiale di marina sulle prestigiose navi da guerra britanniche, poi al seguito di spedizioni scientifiche nell'Artico canadese; quindi per sei anni pacato governatore della colonia penale della Tasmania ed esploratore del leggendario passaggio a nord-ovest... Perfettamente in bilico tra rigore illuministico e ironia romantica, La scoperta della lentezza irride alla cieca convulsione del nostro vivere attuale, con la precisione e il piglio che sono nella migliore tradizione letteraria di lingua tedesca. Come ha scritto Oreste del Buono, «Nadolny è uno scrittore di finezza, capziosità e suggestioni poetiche rare. La sua prosa è una continua sorpresa e la lentezza diventa, di segmento in segmento vissuto, un'avventura coinvolgente».
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